Partecipazione, sostenibilità, ambiente, cooperazione, solidarietà. Questi, e altri, sono gli ingredienti che caratterizzano l'iniziativa "Il Comune per i beni comuni", un ciclo d'incontri pubblici e di assemblee voluto dall'amministrazione comunale di Santorso per costruire, con l'impegno attivo dei cittadini, la "pratica dei beni comuni" a partire dai bisogni, dalle istanze e dalle aspirazioni della comunità locale.
Centinaia sono state le persone che hanno partecipato ai primi cinque incontri, tra gennaio e giugno. Un ciclo iniziato con la partecipazione di Paolo Cacciari (autore del libro "La società dei beni comuni") e Alberto Lucarelli (assessore ai beni comuni del Comune di Napoli) e proseguito con altri ospiti, tra cui l'associazione EQuiStiamo, gli chef vicentini Amedeo Sandri e Piergiorgio Casara (che hanno approfondito il tema della cucina degli avanzi), gli assessori di Ponte nelle Alpi e di Capannori Ezio Orzes e Alessio Ciacci (con i quali si è discusso di rifiuti), il giornalista Luca Martinelli e il direttore del Centro Idrico di Novoledo (VI) Lorenzo Altissimo (esperti sul tema dell'acqua e delle risorse idriche). Accanto a questi incontri - utili per avere suggestioni e chiavi di lettura - si sono svolte assemblee e incontri, in molti casi organizzati dall'associazionismo locale o da gruppi informali, attraverso i quali Santorso ha iniziato a praticare, anche concretamente, i beni comuni. Il primo frutto di questi percorsi è un orto, anch'esso comune, nel quale decine di persone cooperano per avere alcuni prodotti da condividere.
«La crisi - ha spiegato l'assessore alla partecipazione Paolo Manza - ci interroga sulla sostenibilità del nostro modello economico e dei nostri stili di vita. Stiamo vivendo mesi drammatici, che però devono aiutarci a riconoscere le tante dimensioni della crisi, che non è soltanto economica, ma anche sociale, ambientale, etica. E' tempo di pensare a spazi nuovi di democrazia capaci di fondare su nuovi piani la nostra convivenza e la nostra quotidianità: in questo senso, praticare i beni comuni, non solo sul piano valoriale e delle affermazioni, ma anche su quelli giuridico e concreto, ci sembra un percorso imprescindibile che guarda al nuovo protagonismo sociale dei cittadini e alla crescente sensibilità verso l'ambiente, il territorio che viviamo, le relazioni che costruiamo».
In questi mesi, il Comune di Santorso ha provato a proporsi come attivatore di pratiche virtuose; non soltanto attraverso una serie di convegni, ma anche con la ricerca di sinergie tra enti locali, attori sociali e realtà associative, con la convinzione che lo spazio dei beni comuni non possa che essere costruito attraverso un percorso comunitario e collettivo che veda voci diverse capaci di imparare un lessico comune. «Attraverso i convegni - racconta Manza - abbiamo conosciuto esperienze straordinarie dalle quali abbiamo tanto da imparare, ma anche una moltitudine di cittadini pronti a mettersi in gioco dedicando il proprio tempo alla costruzione di un futuro comune». Ecco perché, anche grazie al sostegno di Coop Adriatica, il percorso andrà avanti: il prossimo 21 settembre sono attesi a Santorso Ilvo Diamanti (sociologo) e Carlo Petrini (Presidente di Slow Food) i quali, nell'ambito della Giornata della Solidarietà, incontreranno le cittadine e i cittadini dell'altovicentino. Altri personaggi si affacceranno sotto le Prealpi Vicentine nel corso dell'anno, anche grazie all'impegno di associazioni e comitati che, in queste settimane, propongono incontri, workshop e laboratori. Ma, all'approfondimento, si affiancheranno anche pratiche concrete: acqua, rifiuti, spazi comuni, mobilità, saranno alcuni dei temi sui quali, nei prossimi mesi, la comunità locale e l'altovicentino saranno chiamati a sperimentare la pratica dei beni comuni.
«Siamo - ha concluso l'assessore Manza - umilmente ambiziosi; siamo consapevoli che abbiamo tanta strada da fare e moltissimo da imparare, anche da altre comunità che, in questo percorso, hanno costruito cose molto interessanti; ma siamo anche convinti che l'altovicentino abbia le energie per diventare uno spazio virtuoso, un luogo nel quale la grande tradizione manifatturiera e meccanica possa non solo convivere, ma anche valorizzare il territorio che attraversa. Vogliamo superare la storica contraddizione tra ambiente e lavoro: siamo convinti che il XXI secolo ci offra questa opportunità e che sostenibilità, decrescita, beni comuni, innovazione e conoscenza siano i vocaboli intorno ai quali costruire il nostro domani. Per queste ragioni, il nostro Comune continuerà a lavorare per i beni comuni».