Per alcuni la Padania esiste, per altri non esiste affatto. Eppure la questione non è per nulla opinabile. di Renzo Pavanello (Nella Foto Ivan Basso con la maglia verde di vincitore del Giro di Padania, gara a tappe per professionisti)
Per alcuni la Padania esiste, per altri non esiste affatto. Eppure la questione non è per nulla opinabile. Ciò che lo è invece, è la consistenza culturale o l’onestà intellettuale dei tanti negazionisti. Valle Padana, Pianura Padana o Padania significa semplicemente valle del Po e dei suoi affluenti. Il suo nome deriva dal venetico (veneto antico) “Pad”, termine che allude, appunto, alla “caduta” verso questo grande fiume, dei suoi numerosi affluenti. A questo proposito, è notevole che ancora oggi le lingue slave (russo, sloveno, ecc.) continuino ad usare questo termine con lo stesso identico significato che aveva tremila anni prima.
Per i Romani non era Italia, quest’area geografica. Per loro era Gallia Cispadana e Gallia Transpadana ovvero quella regione che si trova al di qua e al di là del Po, rispetto a Roma, ovviamente e che era abitata non da mediterranei ma da quei Celti che da tempo vi si erano stanziati, provenendo dal centroeuropa. Successivamente, ribadendone ulteriormente la specificità, la chiamarono Gallia Cisalpina, per distinguerla dalla consorella Gallia Transalpina. (G. Devoto – Origini indoeuropee; ecc.). La parte orientale della Pianura Padana o meglio, l’attuale Nordest però esteso ben oltre i confini di regione e di stato, era abitato, invece, da uno dei tanti rami in cui si era suddiviso l’antico popolo protoslavo dei Veneti (J. Savli, M. Bor, I. Tomazic – I Veneti, progenitori dell’uomo europeo; ecc.).
Affermare che la cultura ufficiale italiana sia sempre stata romanocentrica quanto menzognera sarebbe come riscoprire l’acqua calda. A riprova di ciò, un solo esempio: “l’Italia è una penisola”! …affermazione comunemente accettata, malgrado sia sotto gli occhi di tutti che l’Italia fisica è costituita anche da una consistente parte continentale che, oltrettutto, è quella più produttiva e socialmente più evoluta. E che, guarda caso, è proprio quella certa Valle Padana che …guai a chiamarla Padania!
Poveri italiani, attaccati, come sempre, più alla forma che alla sostanza delle cose. Ad ogni modo, i nostalgici se ne facciano pure una ragione, se ci riescono, perché Roma non è più il centro dell’universo. E non soltanto da oggi.
Molte delle nostre ferree “convinzioni personali” altro non sono che il risultato di una individuale predisposizione all’accettazione supina di ciò che artatamente ci viene inculcato. In tal senso, pigrizia mentale e illusione di poter sostituire una lucida, analitica e diretta conoscenza della realtà, con la faziosità di una politica ridotta a tifoseria da stadio, aiutano molto. Ergo, da un così sterile substrato, non può che scaturire, fra l’altro, l’aprioristica negazione delle specificità etnologiche, antropologiche e culturali presenti in un certo territorio geografico (i cui tutt’altro che disinteressati detrattori preferirebbero non dover nominare affatto), giustificate, si fa per dire, dall’assenza di un blasone che ne attesti ufficialmente la “nobiltà” di una sua antica sovranità (G. Devoto e G.C. Oli – Dizionario della lingua italiana – ed. 1971 - voci “padanità” e “padano”).
E tutto ciò perché l’obiettivo ultimo è sempre il solito, ipocrita quanto opportunistico ed ottuso: siamo tutti italiani quindi tutti uguali! O no?
Concludendo, se il criterio su cui basarsi per stabilire se una certa realtà geoantropologica abbia o non abbia il diritto ad “esistere”, è quello del precedente storico, si consideri che la Repubblica Veneta è esistita, in quanto stato sovrano, per oltre 1200 anni, essendo tuttora la più longeva repubblica che mai sia esistita.
Quanti siano dotati di pensiero autonomo e di onestà intellettuale (che per definizione prescindono da ogni ideologia politica) traggano le debite, univoche conseguenze.
Renzo Pavanello
Cittadino italiano di etnia veneta