Mentre la chiesa cattolica è sotto il fuoco incrociato dei suoi luciferini nemici, il card Martini che fa? Invece di rintuzzare gli attacchi, si è unito alla cricca di teologi dissidenti che con il pretesto di alcuni casi di pedofilia perpetrati da pochi preti, hanno colto la chance per mettere in dubbio lobbligatorietà del celibato sacerdotale.
. Nei giorni scorsi, in netto contrasto con papa Ratzinger e la bi millenaria tradizione cattolica, lex Cardinale di Milano, ha asserito che bisogna ripensare al celibato dei preti. Capofila di tale convinzione, è il teologo svizzero Hans Kung, nemico giurato di papa Ratzinger e fondatore dallassociazione progressista rivoluzionaria, Noi siamo Chiesa. Sia Kung, che Martini (e chi la pensa come loro) dovrebbero essere a conoscenza di due inconfutabili verità. La prima è che i tassi più alti di pedofilia si sono registrati negli ambienti protestanti, ebraici e musulmani, i cui ministri religiosi, sono notoriamente coniugati. Strano a dirsi però, nonostante i media mondiali ne diano quotidiana informazione, in Italia questi casi vengono accuratamente ignorati dai grandi organi di informazione. La seconda verità concerne le statistiche, le quali pongono al primo posto i genitori o comunque persone sposate, i primi molestatori di minorenni. Il cancro della pedofilia nel contesto della cattolicità, si potrà debellare solo allorquando i preti riusciranno a scrollarsi di dosso le seduzioni del mondo (eccessiva apertura del Concilio Vaticano II?) e ritornare ad alimentarsi di vita ascetica e preghiera. Diversamente, le bramosie della carne, della notorietà, del carrierismo e del materialismo, inghiottiranno nel gorgo dei sensi anche i casti e puri che avevano promesso fedeltà a Cristo e alla chiesa.
Gianni Toffali - Verona