di Norman Zoia
Grazie a quel suo Io vagabondo, cantore di Donne, talvolta Senza pietà, ma incontro a una Terra promessa, alla Luce, alla libertà. E la libertà, Lei verrà. Parola (anzi, parole) di Alberto Salerno.
Per lignaggio artistico e lunghissima articolazione di percorso è senza dubbio tra i massimi parolieri italiani o, per meglio dire, autori della parte letteraria, come da qualifica Siae. Figlio del leggendario Nisa, colui che per Fierro e Carosone ha scritto ritratti indimenticabili sulla generazione del secondo dopoguerra, da Guaglione a Tu vuò fa l'americano a Torero (che proprio quest'estate Alberto Salerno, Il Sally per gli intimi, ha riproposto in una produzione remix). Il mestiere di produttore poi - gli addetti ai lavori lo sanno bene - ha affiancato quasi costantemente la sua vena lirica. Con wonder Mara Maionchi, compagna di vita da una vita, si è occupato di cercare e ritagliare il giusto spazio per certi talenti ancora acerbi. Un nome per tutti: Tiziano Ferro. Tornando alle canzoni - di questo tratta principalmente il libro - ci limitiamo a sottolineare quella che è considerata il suo capolavoro, il titolo simbolo dei Nomadi, versi dipinti per la voce del grande Augusto Daolio, che per altro altresì pittore era. Se invece vogliamo far parlare i numeri, basti ricordare che ha sbaragliato Sanremo almeno quattro volte: con gli Homo Sapiens, Ramazzotti, Anna Oxa e Alexia. Senza contare i piazzamenti e le hits, nel contesto o al di fuori del Festival. Per esempio pezzi cantati da Zucchero, Corvi, Syria, Mango, Dik Dik, Finardi e moltissimi altri. Qualche anticipazione su Salerno autore l'avevamo già trovata fra le pagine di un volume in qualche modo gemello, curato da Gianfranco D'Amato un anno fa. Non ci resta allora che prepararci per un bel pranzo completo, dall'aperitivo all'ammazzacaffè. Ci permettiamo solo di aggiungere che, insomma, per mettere giù un bel testo non basta un'idea (certamente, ci vuole anche). Non basta rincorrere le tendenze. Non basta - mai come in questo caso - stare sul pezzo. Tanto meno serve magari, per stupire a tutti i costi, fare i cazzoni. Ci vuole invece quell'arte speciale, fatta di incroci obbligati e di gravide dedizioni. Cioè quella del Fare canzoni.
(Alberto Salerno, Fare canzoni // David and Matthaus Edizioni // Prefazione di Claudio Cecchetto, postfazione di Michele Caccamo // Copertina: Angela Paonessa // Pagg. 168, € 15,90, dal 3 dicembre in libreria)