di Norman Zoia
Dal mar di Sardegna ai portici bolognesi. Nel respiro internazionale della musica, tra esposimetri in dirittura del palco ma senza tralasciare le penombre del backstage.
La musica e l'immagine. Discipline complementari e interscambiabili, forse i soli linguaggi che vanno oltre le tante troppe lingue del pianeta. Una suite da camera o un concerto rock non evocano del resto suggestioni anche visive? Con gli scatti di Francesca Sara Cauli la procedura è a canone inverso: ogni scatto corrisponde a un preciso music space-moment. Nel rigore solenne del bianco e nero (come nel mezzo piano qui sopra, questo intenso flash black di Sixto Rodriguez) o attraverso il colore tagliato dalle dozzine di lame dei riflettori, ciò che poi resta impresso nella pellicola o nel supporto digitale non è una semplice fotografia. È il racconto sonoro, formale o informale, di quello speciale evento. Ne è la scultura. È la scia di fumo (e di profumo) che persiste. È il sogno che continua. «Premio Marte Awards» della scorsa stagione quale Miglior Fotografo Live 2012, i suoi lavori sono stati ripetutamente pubblicati un po' ovunque: su Repubblica e Corriere così come su Fotografare, Rolling Stone e molte altre importanti testate. Dai Radiohead agli Arcade Fire passando per Nick Cave, Blur, Cure, Cosby & Nash, Red Hot Chili Peppers... l'occhio magico della Cauli ci ha consegnato splendidi ritratti di centinaia di artisti. Chi fermerà la musica? cantavano i Pooh negli anni ottanta. Ci ha pensato, in positivo e con incanto oggettivo, questa giovane e bravissima sonorizzatrice dell'obiettivo. Passateci le tre rime di fila. In fondo, parlando di canzoni, ci stanno. Oltretutto stavolta, rimanendo in tema (di battistiana memoria), non ti stai sbagliando. Chi hai visto è proprio Francesca, o perlomeno una sua foto.