di Emilio Del Bel Belluz
La figura del grande campione Primo Carnera mi è nel cuore da sempre, fin da quando mio padre mi parlava di lui. E in questi giorni sono stato a Sequals per assistere a una manifestazione pugilistica in suo onore.
Nella ridente Sequals si disputava il match per il titolo italiano dei pesi massimi tra il detentore Matteo Modugno e lo sfidante Gianluca Mandras. Per la prima volta in 29 anni, ovvero da quando si svolge la manifestazione, si è disputata una sfida tricolore dei massimi. L’evento è passato quasi sotto silenzio a eccezione della stampa locale che ne ha appena accennato. Eppure il match ha dato grandi emozioni. Il campione in carica Matteo Modugno, un gigante che si avvicina ai due metri, è riuscito a difendere il titolo vittoriosamente per la terza volta. Il pubblico molto numeroso ha assistito a uno spettacolo davvero particolare. Il dominio è andato a Matteo e il suo avversario ha cercato in qualche modo di arginare la forza del campione. L’arbitro poneva fine al match alla sesta ripresa. Sequals, il paese di Primo è stato al centro dell’Italia. Alla manifestazione erano presenti anche due grandi pugili: il campione del mondo dei medi, il leggendario Nino Benvenuti e l’altro campione che combatte ancora, Giacobbe Fragomeni, tra l’altro autore di un libro di successo che tratta della sua vita e delle tante battaglie pugilistiche. Nel libro «Giacobbe Fragomeni - fino all’ultimo round» è riportata una frase molto particolare e davvero carica d’emozione: il pugilato mi ha cambiato e mi ha fatto diventare quello che sono: una persona che vuole bene a sé stesso e agli altri, e ama la vita. Se non voglio finire all’angolo e ricascare nell’abisso ho una sola alternativa: affrontare me stesso. Mentre scrivo questa bella frase di Giacobbe penso a quei pugili, e sono tanti, che hanno dato l’esempio nella vita vera e sono diventati degli ambasciatori di pace, come il mitico Clay. In un suo libro Muhammad Alì scrive: il successo non si raggiunge vincendo sempre. Il vero successo arriva quando ci rialziamo dopo la caduta. Io sono grato per tutte le mie vittorie, ma sono particolarmente grato per le sconfitte, perché mi hanno costretto a lavorare più sodo. Nessuno parte dalla cima, devi arrivarci scalando. Con fatica. Ci sono montagne più alte e strade più impervie di altre. Ci sono difficoltà e ostacoli, ma non puoi lasciare che ti fermino. Non devi fermarti mai, neanche davanti alla strada più ripida, devi tirare avanti e continuare a salire. Devi scalare ogni singola roccia per raggiungere la cima della montagna. La manifestazione è stata preceduta il giorno prima da una conferenza dove i pugili hanno confidato i loro sogni e le loro aspirazioni, alla presenza dei loro maestri. La casa di Primo, Villa Carnera, è stata il teatro dove si è svolta la conferenza, sotto i grandi alberi che credo siano stati piantati dal gigante. Alla fine della serata, il campione assieme allo sfidante si sono recati al cimitero per rendere omaggio a Primo Carnera. Il percorso si è svolto in un perfetto raccoglimento, alla presenza delle autorità e del sindaco di Sequals. La tomba del gigante buono ha avuto l’omaggio della corona inviata dal Comune. Alla fine della cerimonia mi sono intrattenuto a parlare con gli ospiti e con i due sfidanti. Non credo ci sia stato tanto affetto e commozione come nell’entrare in cimitero. La giornata di sole ha influito positivamente alla riuscita della manifestazione. Ho avuto modo di intrattenermi con il parroco del paese, da sempre il faro della piccola comunità. Per lo sfidante al titolo era la prima volta che giungeva al paese e lo si notava dalla grande emozione di scrivere una pagina di storia pugilistica proprio a Sequals. Lo stesso Mandras mi raccontava d’aver letto molto della leggenda friulana e di essere stato affascinato da quel mondo così naturale nel quale Carnera aveva vissuto. Ho chiesto alla gente del paese cosa sente per il loro campione. Nelle loro risposte trapelavano l’affetto e il ricordo immutato negli anni. Lascio Sequals con la solita malinconia che mi assale ogni volta nel momento del commiato.
(testo raccolto e impaginato da norman zoia)