di Francesco Notarangelo. Ed ecco per il sesto anno arrivare come l'influenza a dicembre la sesta edizione del Festival Di Roma.
Dopo la manifestazione e le critiche dell'anno scorso si è preferito svoltare per un festival all'insegna del leit motif femminile.
Si parte, quindi, col capolavoro fuori concorso di Luc Besson, The Lady, per finire con il restauro di Colazione da Tiffany, omaggio alla mostra romana che si terrà per Audrey Hepburn.
Quattro i film italiani che per l'anniversario del 150° anno dell'Unità d'Italia hanno voluto dare omaggio alla nostra penisola: Il mio domani di Marina Spada ( il Nord colpito dalla crisi), Il cuore grande delle ragazze di Pupi Avati ( Marche), La kriptonite nella borsa di Ivan Cotroneo ( Campania), Il paese delle spose infelici di Pippo Mezzapesa (Puglia).
Si alternano storie moderne e tese per raccontare un Paese in difficoltà ma comunque vitale e storie di grandi maestri e giovani debuttanti come Roberto Faenza, Un giorno questo questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron e L'industriale di Giuliano Montaldo.
Irrompe per la prima volta, pure, il genere horror con Babycall di PaL Sletaune, ma uno sguardo deve essere gettato assolutamente a il Segreto dell'Unicorno di Steven Spielberg e le prime sequenze di Hugo Cabret di Martin Scorsese.
Una nota di merito và, comunque, alla banca Bnl che per la l'ennesima volta ha deciso di finanziare una rassegna del genere ed incoraggiare la settimana arte che oggi più che mai ha bisogno dell'appoggio di ogni singolo cittadino per continuare a far riflettere, a far sognare.