Ce l'ha fatta! Anche quest'anno ce l'ha fatta! Sta per esplodere. Fiori, gemme, germogli. Ma come può essere? Hanno torto i verdi. Cassandre di catastrofi ambientali preannunciate, inesorabili e irreversibili? Buchi, voragini nell'ozono atmosferico, micidiali radiazioni, fumi e miasmi velenosi, schiumosi scarichi di lavandini e fabbriche, non hanno irrimediabilmente corrotto ogni cosa?
Le vene sotterranee ed i corsi d'acqua non sono ora rigagnoli bianco - azzurrognoli, venefici e puzzolenti? Nelle arnie i telai non sono una trama di esagoni di benzolo? Il bottone del tarassaco non sembra un piccolo cervello di catene di DNA impazzite? 11 grappolo d'uva da spremere non ha i braccetti focomelici? l'insalata non spunta con le foglie flaccide, già marcescenti, collassate sul nero foglio di plastica della paccia matura? I pomodori non sono repellenti e sbrodolanti o piccole mummie livide? O al contrario, non sono invece lucide palle, insipide e turgide, come di plastica? E le melanzane nane, transgeniche anche loro, non sembrano supposte appese alla perfetta piantina, eterne nella loro provocatoria sanità? Tutti mostriciattoli, figli della ricerca, delle menti sponsorizzate dalle multinazionali, preoccupatissime della fame nel mondo? Nelle enormi, mefitiche discariche (figlie abortite del consumismo) ci sono solo grigi ratti a razzolare ed a contendere i rifiuti ai gabbiani? Bestiacce queste, che roteando nel plumbeo cielo da girone dantesco, ad ali quasi ferme, come avvoltoi, calano fameliche sulla collina di morte! Al termine della brutta stagione, ai primi tepori di marzo, ogni anno mi trovo a spiare da vicino i rametti delle piante, disperando che le gemme spuntino ancora una volta. Invece no. Si rifanno vive. I fiori. Fiori e colori! La primavera è gialla, gialla e bianca (anche Tullio la pensava così).Gialla di forsizie, topinambur, tarassachi. Mostri di pervicacia, infestanti e testarde piante immortali. Il topinambur sugli argini del Monticano, mette il mal di testa solo a guardarlo, implacabile invasione giallo-verde. E l'erba (con lei ho un perenne conto aperto, col mal di schiena da falciatrice) ricresce verde. Ma il verde non si nota, lo hai sempre nell'occhio, si fa perdonare, è consolatorio. Sul praticello di casa si rivede ancora, netta, la silhouette del merlo; con la testa eretta, impettito, l'occhio attento, acuto. Nel becco giallo, un ciuffo di lombrichi che, tra i fili d'erba, aveva individuato, implacabile, e tirato fuori come tondi elastici. Una forchettata di spaghetti al nero di seppia che porterà alla famelica nidiata in attesa. Poi un'altra, e un'altra ancora, in un'ossessiva, amorosa spola che il chioccolante simpaticone tesse tra il praticello e il suo nido. Sì la Primavera ce l'ha .fatta ancora una volta! Anche i figli dei nostri figli, alzando la testa dal video del computer, si riempiranno gli occhi dei colori che entreranno dalla finestra. Non dovranno piantare qua e là, nel praticello di casa, brocchetti di colorati fiori di plastica. Cassandra si è sbagliata.